Questi progetti sono confinanziati dall’Unione Europea
Fondo Europeo di Sviluppo Regionale
POR Liguria FERS 2014-2020
Asse 03 – Sostegno produzioni audiovisive
Provvedimento di erogazione n. 11 del 19/10/2018
Opaco è un film ambientato tra Liguria e Piemonte, racconta del paesaggio e del rapporto tra uomo e natura. Il film parte da una premessa storica e sociale che ci ha interpellato: in Liguria, come altrove in Italia, esistono interi territori dimenticati, dalla storia e dall’uomo. Sono luoghi in rovina che fino a ieri erano portatori di identità e cultura e che oggi, di contro, sono spazi che rischiano di perdere la loro funzione sociale. Protagonisti della storia sono un Prefetto di Napoleone di stanza in Liguria e un contadino del XX secolo, costretti a convivere forzatamente in un borgo prossimo all’abbandono. L’incomunicabilità tra i due uomini, dovuta al fatto di provenire da epoche diverse ma frutto soprattutto di un differente approccio culturale, apre le porte a una riflessione sul rapporto con la natura, sia attuale sia futuro. Futuro e rovine sembrano termini incongrui: eppure sta lì, nel gioco complesso tra il passato e l’avvenire, il senso più proprio di uno sguardo sull’Italia e sul mondo. Nel nostro paese le zone montane a ridosso delle riviere sono state oggetto di un vasto fenomeno di spopolamento corrispondente con lo sviluppo industriale del dopoguerra. L’esodo dalla montagna alle città ha generato un cambiamento sociale considerevole che ha spazzato via un’intera cultura, quella contadina. L’uomo che viveva in Italia prima degli anni Cinquanta era geneticamente, culturalmente e socialmente avvezzo alla natura e con essa aveva una consuetudine di vita. Una società abituata a vivere dentro il paesaggio naturale è stata sostituita con un’altra che ne vive ai margini, privata della sua storia e afflitta da un cortocircuito di memoria. Questa dimenticanza o invisibilità degli attori del passato è propria di una società come la nostra, tutta assorbita nel presente, tesa a bruciare i doni della natura, poco sensibile ai tempi lunghi della storia. Il film è una riflessione sul paesaggio inteso come storia, offrendo uno sguardo rispettoso verso un binario morto che, pur senza nostalgia, occorre riesumare.
Provvedimento di erogazione n. 16 del 05/07/2019
Bartleby, una balena in Liguria è un documentario che racconta la fauna marina e il contesto ambientale del Mar Ligure. L’obiettivo principale del progetto è far conoscere a un pubblico più vasto possibile le risorse naturali e paesaggistiche del Santuario dei mammiferi marini Pelagos. Il racconto cinematografico di finzione è il linguaggio scelto per raccontare – in modo semplice ed efficace – alcuni aspetti della vita dei grandi predatori pelagici in virtù della sua capacità di tradurre argomenti scientifici specifici in un formato fruibile e godibile anche da un pubblico generico, attingendo alle tecniche della narrazione e del racconto. Negli ultimi anni, l’audiovisivo si è imposto come lo strumento più efficace per veicolare contenuti scientifici, non solo ad uno spettatore generico, ma anche a un’utenza specializzata. I fattori che hanno reso questo mezzo più adatto di altri sono molti e contemplano aspetti come l’immediatezza delle immagini, la sintesi del processo filmico e altri ancora. La traduzione del linguaggio scientifico a quello video deve passare per una professionalità specifica in entrambi i settori di competenza; alla riuscita di un buon video scientifico contribuiscono sia la conoscenza dell’argomento affrontato sia la capacità di trasporre le informazioni in un linguaggio visivo. Gli argomenti affrontati nel lungometraggio saranno individuati a partire dalla letteratura scientifica e dalle informazioni più recenti nel campo del monitoraggio ambientale.
Lo stabilimento dei cantieri Baglietto a Varazze poco prima della demolizione (Feb 2019, ph di Mattia Meirana)
Provvedimento di erogazione n. 29 del 31/01/2020
La storia dei cantieri navali di Varazze è, prima di ogni altra cosa, la vicenda di una comunità. Una comunità di persone che costruivano barche, a cavallo tra Ottocento e Novecento. Il loro è un racconto esemplare poiché travalica la storia del singolo o di una famiglia: è una vicenda corale che parla di un luogo (la Liguria in generale, Varazze in particolare) e di un tempo (il periodo compreso tra il 1854 e il 1983). Come tutte le storie che trascendono la vita di una generazione, anche questo racconto interpella argomenti che vanno aldilà dell’evento principale. Nella storia dei cantieri Baglietto di Varazze confluiscono altre storie che, con maggior e minor relazione, si intrecciano alla trama principale. Si potrebbe affermare, in altre parole, che la storia del cantiere, per la sua importanza e durata, è il pretesto per evadere in riflessioni di carattere universale che, per loro stessa natura, parlano a tutti, anche a chi, per la prima volta, sente nominare questa vicenda e i suoi protagonisti.
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